Martedì, 16 Febbraio 2010 20:41

Tasse, tasse e ancora tasse.

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Una riflessione fatta ad alta voce, quella del vice presidente provinciale di Confimpresa, MASSA-CARRARA Matteo Rigano che punta l'indice contro l'operato del Governo in materia di imprenditoria e contro le amministrazioni locali che, con la loro burocrazia e le loro lungaggini, non agevolano l'insediamento e il potenziamento delle aziende dislocate sul nostro territorio.
"Andare avanti in questo modo - commenta Rigano - non è più possibile. Sono le imprese a creare la vera ricchezza del Paese ma, ogni volta, vengono additate come 'evasori': non è vero che non pagano le tasse o non le vogliono pagare ed io, come imprenditore, lo so bene. Le tasse le paghiamo eccome, il fatto  è che vorremmo qualcosa in cambio: non mi riferisco ai soldi, ma ai servizi in genere che sia le aziende sia i cittadini dovrebbero veder garantiti.

Per pagarle abbiamo date precise ma, ad esempio, quando abbiamo bisogno di una visita medica gli appuntamenti slittano anche di mesi; paghiamo l'Inps alle scadenze stabilite, perchè non sappiamo quando e come andremo in pensione; paghiamo l'ICI e per espletare una pratica gli uffici pubblici ci mettono mesi; paghiamo la Tarsu e il suolo pubblico, ma le strade continuano a rimanere dissestate e i cassonetti pieni. Insomma, l'unica nostra certezza sono le scadenze e le 'imposizioni', non certo l'erogazione di servizi". "Per noi piccole imprese poi - prosegue il vicepresidente di Confimpresa - il problema è ancora maggiore perchè oltre ad esercitare con fatica la nostra attività, per riscuotere le fatture dobbiamo andare in 'pellegrinaggio?'o 'braccare' da vicino i nostri clienti: un aspetto non trascurabile, questo, che in pratica  è diventato quasi la metà del nostro lavoro. Ma noi non siamo esattori, siamo imprenditori.
Un meccanismo di tutela, dunque, non guasterebbe e, soprattutto, ci permetterebbe di lavorare con più tranquillità". Se le leggi emanate a livello nazionale non vengono 'digerite', a livello locale le cose non vanno certo meglio ed è sempre lo stesso Matteo Rigano a sottolinearle. "La lista delle cose che non funzionano sarebbe troppo lunga - conclude - e allora mi limiterò a portare soltanto alcuni esempi.
Primo fra tutti quello dovuto ai forti ritardi nell'approvazione di progetti da parte delle amministrazioni: ritardi che rappresentano una penalizzazione in termini temporali ed economici perchè come appare ovvio, ciò che oggi ha un costo fra un anno ha un costo decisamente diverso. Non parliamo, poi, delle questioni legate all'accesso al credito.
Basta una minima difficoltà e le imprese vedono preclusa ogni possibilità ad usufruire anche di piccoli prestiti da parte delle banche e molte sono costrette a chiudere i battenti".

Confimpresa Massa Carrara

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